Adolfo di Essen, monaco certosino di cui si conserva memoria specie per il suo apporto alla conformazione del Santo Rosario come oggi lo conosciamo nelle vicende riguardanti la vita di Domenico di Prussia, giovane dissoluto che si ritrovò – molto provato nel corpo e nello spirito dalla sua condotta – a trovare rifugio presso la Certosa di Sant’Albano presso Treviri, il cui priore era appunto Adolfo.
Intorno al 1492 il religioso fu onorato dalla Vergine di alcune visioni mistiche, che gli permisero di avere ancora più chiara l’importanza della preghiera che egli faceva recitare al giovane Domenico perché si riavesse. Egli vide anche le splendide corone preparate per ciascuno dei Rosari offerti a lode di Dio e della Sua Madre e ricevette anche l’assicurazione che colui il quale l’avrebbe recitato coi medesimi inchini e genuflessioni che egli aveva contemplato compiersi in cielo avrebbe ottenuto l’intera remissione dei peccati. Lo stesso Adolfo racconta queste visioni nel suo scritto De nobilitate, utilitate et fructuositate Rosarii beatae et gloriosae Virginis Mariae (Scritto sulla nobiltà, l’utilità e il grande frutto del Rosario della beata e gloriosa Vergine Maria) , ritrovato dopo la sua morte (avvenuta nel 1439) e conservato oggi nella Biblioteca della città di Magonza.